nella cecità di una notte perenne; ecco il significato del. l’immagine di Lucia, rafligurata, anche nella fantasia dclla leggenda popolare, priva del dolce sguardo, con una patera in mano su cui brillano gli occhi strappati alla sua fronte. b) I festeggiamenti. II popolo siciliano celebra la festa di S. Lucia astenendosi dal pane e da ogni cibo farinaceo e nutrendosi dclla cosiddetla cuccia »: un alimento rituale che ci riporta a un’epoca lontana, durante la quale al porto di Siracusa, afllitta dalla carestia, per improvviso miracolo giunse un carico di frumcnto; questo, non macinato e ridotto in pani, ma così in « cocci », ossia a grani interi, fu bollito e mangiato dai cittadini. Consuetudine, questa, che ancora perdura, con devo. zione immutata. Quando e perchè Savoca ha scelto S. Lucia patrona di questa terra dal colle bivertice, noi non sappiamo, poiche non abbiamo notizie nè dati certi sul riguardo: si dice, soltanto, che il culto liturgico che qui la santa riscuote è antichissimo. Si svolge due volte all’anno: il 13 dicembre e la secon da domenica di agosto, con feste solenni. Nei giorni che precedono il 13 dicembre si fa la novena e poi, nei primi tre giorni, si esercita un importante mercato: la fiera di S. Lucia. Il culto a S. Lucia, negli antichi tempi, si svol geva nella chiesa dei Padri Domenicani, sita ove sorge adesso la casa municipale; ora detta chiesa non esiste più: i continui smottamenti di terreno e le franc, l’ultima delle quali si rovesciò nel 1884, ne determ